In grande favorito perché il Giro, Tadej Pogacar si è preso la responsabilità questo sabato fin dalla prima tappa, ma non è riuscito a liberarsi di Jhonatan Narvaez nell'ultima salita, né del tedesco Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), rientrato in discesa prima dello sprint finale che si è svolto tra questi tre uomini. Il campione nazionale ecuadoriano si è lasciato lanciare da lontano, preferendo aspettare il momento giusto per superare sulla linea i suoi due rivali.
Già vincitore di tappa al Giro 2020, il corridore della Ineos-Grenadiers, che non è tra i favoriti per la classifica finale, indosserà la prima maglia rosa nella 2a tappa di questa domenica. « Pogacar mi ha fatto male nell'ultima salita ha dichiarato dopo l'arrivo, ma avevamo lavorato con la squadra alla fine di questa tappa e sapevo come procedere. È incredibile indossare la maglia rosa dal primo giorno, sono pochissime le occasioni in un Grande Giro di indossare la maglia di leader, è un corridore o un velocista in genere a trarne vantaggio nella prima tappa. »
Gli organizzatori del Giro hanno infatti voluto inasprire la loro prova fin dal primo giorno , rompendo con la tradizione della cronometro di apertura o dell'arrivo offerto ai velocisti. Il gruppo ha quindi dovuto affrontare fin dall'inizio il Col de la Madeleine e, alla fine, la salita del San Vito. A favorire senza dubbio anche i progetti di Tadej Pogacar, che avrebbe voluto impadronirsi subito della maglia rosa.
Calmejane primo leader della montagna
Lo sloveno aveva fatto lavorare la sua squadra degli Emirati Arabi Uniti dietro la fuga di giornata, dove abbiamo trovato in particolare tre francesi, Louis Barré (Arkéa-B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Cofidis) e Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty). Il Tarnais è stato l'unico a restare in testa a 50 chilometri dal traguardo con l'eritreo Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek).
Ai piedi della Madeleine a 25 A pochi chilometri dalla meta, il vantaggio era di solo un minuto sotto la guida degli uomini di Tadej Pogacar. Questo colpo di forza ha causato diverse vittime, a cominciare dall'olandese Thyman Arensman (6° al Giro nel 2023) ma anche Romain Bardet che si è ritirato dal gruppo per finire al traguardo con un ritardo di 57 secondi.
Lilian Calmejane, che aveva lasciato andare Ghebreigzabhier in questa salita, era riuscito a superare in testa la vetta e ad assicurarsi il primo posto nella classifica della montagna, ma è stato raggiunto un po' più lontano, dopo la discesa, da un piccolo gruppo che era venuto dal plotone principale che contava solo 30 unità e dove Julian Alaphilippe era in testa.
L'unico compagno di squadra di Pogacar ancora presente, Rafal Majka, si è arreso a sua volta, lasciando che il suo leader affrontasse la salita finale verso San Vito e recupera i 40 secondi dietro di lui poi sul gruppetto di testa. In due accelerazioni lo sloveno aveva già ripulito ma non è riuscito a liberarsi di Narvaez né a impedire a Schachmann di rimontare prima dello sprint finale.
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