Problemi ritardano l’arrivo di BepiColombo su Mercurio


Il 4 settembre 2024, la sonda spaziale BepiColombo effettuerà il suo quarto sorvolo di Mercurio, segnando un’importante tappa nella sua missione di esplorazione del pianeta più vicino al Sole. Lanciata nel 2018, questa missione congiunta tra l’Agenzia spaziale europea (ESA) e la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) mira a risolvere alcuni dei misteri che circondano questo pianeta, ma recenti problemi tecnici hanno portato ad aggiustamenti nel piano di missione.

Una panoramica cruciale e sfide tecniche

Lanciata nell’ottobre 2018 da un razzo Ariane 5, la missione BepiColombofrutto di una collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (ESA) e la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), mira ad approfondire la nostra comprensione di Mercurioun mondo affascinante e complesso.

Nel frattempo la sonda segue una traiettoria a spirale per raggiungere la sua orbita finale attorno al pianeta. Dopo il lancio, la navicella ha iniziato una serie di delicate manovre: sorvoli della Terra, Venere e diversi passaggi intorno a Mercurio aggiusta la tua traiettoria. Questi sorvoli sono essenziali per rallentare gradualmente la sonda e consentirle di orbitare attorno a Mercurio senza la necessità di eccessive frenate aggiuntive, risparmiando carburante e risorse.

Il sorvolo previsto per il 4 settembre 2024 rappresenta una tappa cruciale nella missione BepiColombo, segnando il quarto passaggio della sonda vicino a Mercurio sin dal suo lancio.

Durante questo sorvolo, BepiColombo passerà ad una distanza relativamente vicina a Mercurio. L’obiettivo principale è consentire alla sonda di raccogliere dati scientifici e testare i suoi strumenti in condizioni prossime a quelle che dovrà affrontare una volta in orbita. Gli strumenti scientifici di BepiColombo, tra cui telecamere e spettrometri, verranno quindi attivati ​​per osservare la superficie di Mercurio e misurarne le caratteristiche, come topografia e composizione superficiale.

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Oltre alle osservazioni scientifiche, questo sorvolo gioca un ruolo fondamentale nel regolare la traiettoria della sonda.

BepiColombo
Rappresentazione artistica di BepiColombo che si avvicina a Mercurio. Crediti: medialab ESA/ATG; Mercurio: NASA/JPL

Problemi al propulsore

Dall’aprile 2024, però, i propulsori elettrici del Mercury Transfer Module (MTM) di BepiColombo hanno riscontrato problemi. Gli ingegneri hanno rilevato correnti elettriche inaspettate tra il pannello solare dell’MTM e l’unità di gestione dell’energia. Queste anomalie hanno portato ad una riduzione della spinta fornita dai propulsori, compromettendo così i piani iniziali di inserimento in orbita attorno a Mercurio, inizialmente previsti per dicembre 2025.

Nonostante queste difficoltà, gli ingegneri hanno lavorato intensamente per trovare una soluzione che garantisse il successo a lungo termine della missione.

Per compensare la perdita di potenza di propulsione, il team di dinamica di volo dell’ESA rivisto la traiettoria di BepiColombo. La nuova manovra prevede che la sonda passi circa 35 chilometri più vicino a Mercurio durante il quinto sorvolo, riducendo i requisiti di spinta. Questa modifica consentirà a BepiColombo di continuare a progredire verso il suo obiettivo finale ottimizzando le risorse disponibili.

Con questa nuova traiettoria BepiColombo dovrebbe finalmente raggiungere Mercurio novembre 2026.

Quali obiettivi?

BepiColombo è dotato di 16 strumenti scientifici distribuiti su due orbiter, sviluppati congiuntamente da ESA e JAXA. Questi strumenti sono progettati per studiare in profondità vari aspetti di Mercurio, inclusa la sua superficie, il campo magnetico e l’atmosfera sottile. Una volta in orbita, i due orbiter si separeranno per condurre osservazioni dettagliate, fornendo dati cruciali per comprendere la geologia e l’evoluzione di Mercurio.

La missione è progettata per durare un anno dopo l’inserimento in orbita, con possibilità di proroga per un secondo anno, a seconda dei risultati ottenuti e delle condizioni operative. Le scoperte previste potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione del pianeta più interno del sistema solare e illuminare i processi che hanno modellato i piccoli corpi rocciosi del sistema solare.

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