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Sull’isola indonesiana di Sulawesi, i ricercatori hanno recentemente scoperto quella che potrebbe essere la più antica prova di arte narrativa mai portata alla luce. Questo dipinto rupestre raffigurante una figura umana che interagisce con un maiale verrucoso suggerisce che l’uso dell’arte per raccontare storie risale a molto più tempo fa di quanto si pensasse inizialmente. Questa scoperta apre nuove prospettive sull’evoluzione della cognizione umana e sulla capacità dei nostri antenati di creare narrazioni complesse.
Una scoperta storica
Fino a pochi anni fa, la più antica pittura figurativa rupestre conosciuta era un pannello risalente a 21.000 anni fa. Lascauxin Francia, che rappresenta un essere umano con la testa di uccello che carica un bisonte.
Nel 2019, tuttavia, gli archeologi hanno scoperto centinaia di esempi di arte rupestre grotte del carso di Maros-Pangkep, situato sull’isola di Sulawesi, in Indonesia. Tra queste scoperte, Pannello largo 4,5 metri raffigura figure umane simili che attaccano maiali verrucosi (Il famoso maiale) e Anoas (Bubalo), bufalo nano endemico della regione.
La datazione iniziale di queste opere aveva rivelato che questi dipinti avevano almeno 43.900 anni, mentre l’immagine più antica identificata, un maiale verrucoso, aveva circa 45.500 anni. Tuttavia, utilizzando una tecnica di datazione più precisa, i ricercatori hanno recentemente scoperto che questa pittura rupestre era in realtà approssimativa 48 000 anni. Un’altra rappresentazione simile trovata in una grotta a Leang Karampuang è ancora più antica e risalente almeno 51.200 annirendendola la più antica arte narrativa fino ad oggi conosciuta.
Per datare accuratamente queste opere d’arte, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata Imaging con ablazione laser della serie uranio. Questo metodo consente di ottenere campioni di calcite ancora più piccoli, misurando solo 44 micron di lunghezza, il che ha contribuito a ridurre i danni alle opere d’arte fornendo allo stesso tempo una maggiore risoluzione della distribuzione dell’età della calcite sulle pareti delle grotte.
Arte narrativa e cognizione umana
Gli archeologi sono stati particolarmente incuriositi da un possibile caso di arte narrativa che coinvolge una figura metà umana e metà animale, o teriantropo. I teriantropo sono considerati prova della capacità umana di immaginare esseri soprannaturali, un tratto cognitivo complesso e distintivo.
Le più antiche rappresentazioni dei teriantropi erano simili a sculture Scoperto in Germania l’Uomo Leone di 40.000 anni fa. La nuova datazione dei dipinti di Sulawesi respinge quindi queste rappresentazioni di quasi 20.000 anni fasegnando un progresso rivoluzionario nella nostra comprensione dell’arte preistorica e della cognizione umana.
Secondo Adam Brumm, coautore dello studio, “ la narrazione è una parte estremamente importante dell’evoluzione umana. Potrebbe anche aiutare a spiegare il nostro successo come specie. »
Nonostante questi risultati affascinanti, alcuni ricercatori rimangono scettici riguardo alle interpretazioni dei gruppi di ricerca. Paul Pettitt, un archeologo paleolitico dell’Università di Durham nel Regno Unito, ha espresso riserve sull’interpretazione dei dipinti come narrativi. Suggerisce che le immagini potrebbero semplicemente essere rappresentazioni isolate affiancate, senza evidente connessione narrativa.
Tuttavia, il gruppo di ricerca rimane convinto dell’importanza dei loro risultati. La mancanza di prove di occupazione umana nelle grotte in cui sono stati ritrovati i dipinti suggerisce che questi luoghi potrebbero addirittura essere stati riservati a scopi artistici o rituali.
Il team prevede di continuare a studiare e datare altra arte rupestre della zona, incluso un dipinto raffigurante altre tre figure antropomorfe. Queste nuove scoperte potrebbero arricchire ulteriormente la nostra comprensione dell’arte narrativa preistorica.
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