Questo ricercatore australiano potrebbe aver risolto il mistero della scomparsa del volo MH370


Recentemente, un ricercatore australiano ha affermato di aver risolto il mistero della scomparsa del volo MH370 della Malaysia Airlines nel 2014. Secondo lui, il pilota ha deliberatamente fatto precipitare l’aereo nell’Oceano Indiano meridionale.

Problemi di salute mentale tra il pilota del volo MH370?

Nel marzo 2014, il volo MH370 della Malaysia Airlines, che volava da Kuala Lumpur a Pechino, è scomparso nel Golfo della Thailandia. con i suoi 239 passeggeri e membri dell’equipaggio. Il dispositivo sembrava essere scomparso, nonostante i numerosissimi satelliti e radar civili e militari che coprono la regione. Ad oggi nulla è stato in grado di determinare le cause della scomparsa, che resta quindi uno dei più grandi misteri dell’aviazione civile moderna.

Eppure uno scienziato dice di aver risolto il mistero, come spiega la rivista Forbes in un articolo datato 28 agosto 2024. Vincent Lyne, dell’Istituto di studi marini e artici dell’Università della Tasmania (Australia) ritiene che Zaharie Ahmad Shah (53), il pilota, presumibilmente fece precipitare deliberatamente il Boeing 777 nell’Oceano Indiano. L’ordigno sarebbe inoltre affondato in una fossa profonda 6.100 metri. Vincent Lyne evoca una scomparsa perfetta ideata da un pilota esperto per impedire il successo della ricerca.

Questa ipotesi rientra nella teoria dell’omicidio-suicidiogià menzionato in passato. Per inciso, ricordiamo che un anno dopo (marzo 2015), il volo Germanwings 9525 si schiantò nelle Alpi meridionali francesi, uccidendo 150 persone. Il pilota aveva tendenze suicide e gli studi hanno precedentemente riportato alti tassi di problemi di salute mentale tra questi professionisti. Per quanto riguarda il volo MH370, probabilmente non sapremo mai se si tratta di un caso simile.

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mappa della rotta del volo MH370
Aeroporti di partenza e di destinazione del volo MH370 e la sua ultima posizione nota sul Golfo della Thailandia. Crediti: Jc86035/Wikipedia

Lungi dall’essere la spiegazione mantenuta fino ad oggi

Secondo Vincent Lyne, la sua teoria si basa su analisi dei detriti dell’aereo rinvenuti e somiglianze con altri incidenti aerei. L’esperto ha citato l’esempio del volo US Airways 1549, che ha concluso il suo viaggio nel fiume Hudson (New York) più o meno bene grazie al capitano Chesley “Sully” Sullenberger nel 2009. Le conclusioni finali di Vincent Lyne dovrebbero essere pubblicate a breve Giornale di navigazione. Queste conclusioni dovrebbero indubbiamente differire molto dalla spiegazione più plausibile finora ritenuta: l’immersione ad alta velocità del dispositivo per mancanza di carburante.

Anche alcuni specialisti non sono del tutto convinti di Vincent Lyne. Questi oppositori ritengono in particolare che la vicenda del volo MH370 sia molto complessa e richiede prove provenienti da molti campi. In altre parole, Vincent Lyne andrebbe ben oltre quanto consentito dalle sue capacità. Altri esperti sperano ancora trovare scatole nere e registratori vocali. Secondo loro, questo sarebbe l’unico modo per completare il puzzle, ovviamente nel caso in cui questi elementi siano ancora intatti e accessibili.



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