Stonehenge, situato nel sud dell’Inghilterra, è uno dei monumenti più iconici e misteriosi del mondo. Costruito tra il 2900 e il 1500 a.C. aC, questo circolo di pietre monumentali affascina da secoli archeologi, storici e il grande pubblico. Molte leggende si sono intrecciate attorno a questo sito, dalle storie mitiche legate a Merlino l’Incantatore alle teorie scientifiche. Il consenso scientifico moderno suggerisce che Stonehenge potrebbe essere stato un santuario dei morti, dove si svolgevano importanti cerimonie rituali. Tuttavia, una nuova scoperta ha scosso alcune delle ipotesi a lungo sostenute sull’origine delle pietre che compongono questo sito. Sembra che una delle pietre centrali, la pietra dell’altare, possa effettivamente provenire dalla Scozia settentrionale. Cosa significa questa scoperta per la comprensione di Stonehenge e delle società neolitiche che la costruirono?
Sommaire
Stonehenge: un monumento megalitico al centro di misteri ancestrali
Stonehenge è costituito da due tipi di pietre: le grandi pietre Sarsen, che pesano in media 20 tonnellate, e le pietre blu più piccole, che pesano tra le 2 e le 7 tonnellate. Le pietre Sarsens provengono da Marlborough Downs, a circa 29 chilometri a nord di Stonehenge. Le pietre blu, invece, provengono dal Galles occidentale, a circa 180 miglia di distanza. Queste pietre venivano trasportate per distanze impressionanti, probabilmente attraverso tecniche:
- trascinamento;
- rotolamento;
- o trasporto via mare.
Il sito di Stonehenge, con i suoi allineamenti astronomici, è stato a lungo studiato comprenderne il significato e l’utilizzo. I ricercatori ritengono che fosse un luogo di ritrovo per cerimonie rituali, forse legate al culto degli antenati o a grandi eventi astronomici. La pietra dell’altare, che potrebbe provenire dalla Scozia settentrionale e non dal Galles, aggiunge una nuova dimensione alla comprensione di questo sito iconico.
Una nuova scoperta: la pietra dell’altare proviene dal nord della Scozia
Uno studio recente ha scoperto che la pietra dell’altare, una pietra centrale del santuario di Stonehenge, potrebbe provenire dal nord della Scozia, a circa 750 chilometri dal sito. Questa scoperta è stata fatta grazie a analisi geochimiche avanzate che ha permesso di confrontare la firma chimica della pietra dell’altare.
Il gruppo di ricerca, guidato da scienziati della Curtin University in Australia, ha utilizzato tecniche all’avanguardia analizzare i grani minerali della pietra. Queste analisi hanno rivelato che la firma chimica della pietra corrispondeva a quella delle rocce del bacino delle Orcadi, nel nord-est della Scozia. Questa scoperta suggerisce che i costruttori di Stonehenge trasportarono questa pietra per una distanza considerevole.
La scoperta che la pietra dell’altare proveniva dalla Scozia settentrionale ha profonde implicazioni per la comprensione delle società neolitiche in Gran Bretagna. Ciò suggerisce che Stonehenge fosse un centro importante per l’Inghilterra meridionale e l’intera isola della Gran Bretagna. Il trasporto di una pietra del peso di diverse tonnellate per una distanza di 750 chilometri comporta ampie reti commerciali e socialinonché competenze di navigazione marittima.
Questa scoperta conferma anche altre prove archeologiche, come l’analisi isotopica delle ossa trovate nei siti vicini. Ciò dimostra che le persone e gli animali venivano da molto lontano partecipare alle cerimonie a Stonehenge. Questi elementi indicano che Stonehenge era un importante luogo di ritrovo.
I misteri rimasti: perché una pietra scozzese nel cuore di Stonehenge?
Sebbene la provenienza scozzese della pietra dell’altare sia ormai ben stabilita, solleva nuove domande. Perché i costruttori di Stonehenge scelsero di trasportare una pietra dalla Scozia per incorporarla al centro del santuario? Che significato speciale potrebbe avere per loro questa pietra? Era legato a uno specifico rituale, credenza o evento importante? Queste domande rimangono senza risposta e continuano ad alimentare i misteri che circondano Stonehenge.
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