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Da diverse settimane, Roger Lebranchu si allena tutti i giorni nel suo giardino e sul sentiero che costeggia la sua casa ad Agon-Coutainville, nella Manica. Cammina, per quanto possibile, tenendo in un braccio il nipote Antoine e nell'altro una bottiglia d'acqua da un litro e mezzo.
Il 31 maggio il Fiamma olimpica sostituirà la bottiglia, e dovrà, all'età di 101 anni, percorrere 200 metri sulle strade che portano a Mont Saint-Michel. Ha fatto tanto di più, Roger Lebranchu, che questo viaggio non lo intimidisce.
“Sono stato un combattente della resistenza, arrestato dai tedeschi e questo mi è valso due anni in un campo di concentramento a Buchenwald. Tre anni dopo, ero alle Olimpiadi, richiama con sicurezza al telefono. Io, uscito dai lager e dall'orrore, ho l'onore di portare questa fiamma che rappresenta la libertà di tutti i popoli. Non avrei mai potuto pensare che questo potesse accadermi. »
Inoltre non avrebbe mai pensato che si sarebbe innamorato del canottaggio una mattina del 1937, durante una passeggiata lungo la Senna, e sarebbe diventato campione francese juniores nel 1939.
Questo timoniere avrebbe ancor meno immaginato di seguire la strada di uno dei suoi compagni di club tentando di unirsi alle Forze francesi libere in Algeria poche settimane dopo la promulgazione della STO che permetteva la requisizione e il trasferimento in Germania di lavoratori qualificati.
Il viaggio si fermò il 23 giugno 1943 in un fienile dei Pirenei circondato da ufficiali francesi arruolati dalla Wehrmacht. Dietro, lo aspettano due anni nel campo di Buchenwald. “All’inizio eravamo nella cava, molti studenti avevano difficoltà a gestirla. Me la sono cavata perché ero forte. E quando vieni dallo sport hai questa volontà di ferro. »
Una volontà così forte che, in occasione della Liberazione, Roger Lebranchu riprese a remare. “Sono tornato il 9 maggio; due settimane dopo ero su una barca e, l'anno successivo, campione di Francia con i miei due fratelli. »
In totale, il timoniere raccoglierà otto titoli nazionali ma soprattutto un biglietto per i Giochi di Londra 1948, di cui ricorda la cerimonia di apertura a Wembley sotto il patronato di re Giorgio VI, o l'ottava competizione sul Tamigi che lo vide cadere nel le manche contro le future medaglie d'oro americane.
Praticherà la sua passione fino a 79 anni, vincendo 24 titoli mondiali da veterano. « E sai, a 90 anni sciavo con i miei pronipoti e a 95 ho fatto una buca in uno a golf, » scivola il tedoforo più anziano dei Giochi di Parigi. No, duecento metri non possono scuotere Roger Lebranchu.
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