I ricercatori hanno recentemente rivelato la scoperta di una nuova specie di mosasauro, una “lucertola marina gigante” precedentemente sconosciuta che visse durante l’era dei dinosauri. L'animale, che all'epoca era in cima alla catena alimentare, aveva una dentatura “a forma di pugnale”.
Caratteristiche facciali particolari
IL mosasauridelle rettili marini che esistevano alla fine del Cretaceo superiore, tra circa 100 e 66 milioni di anni fa, erano formidabili predatori. La loro anatomia era caratterizzata da corpi allungati, arti palmati e mascelle potenti con denti aguzzi. Queste creature erano altamente specializzate e completamente adattate alla vita acquatica.
La nuova specie, denominata Khinjaria tagliente, è stato descritto grazie al ritrovamento di fossili scavati nelle miniere di fosfato di Sidi Chennane, in Marocco. Risalgono all'età di Maastrichtiano, l'ultima fase del Cretaceo superiore, cioè approssimativamente Da 72 a 66 milioni di anni fa.
Le caratteristiche distintive di Khinjaria tagliente includere denti anteriori a forma di pugnale e faccia corta, in contrasto con la parte posteriore del cranio molto allungata. I ricercatori hanno definito questa specie “bizzarra” a causa delle sue peculiari caratteristiche facciali che le conferiscono un aspetto “demoniaco”.
A questi denti si riferisce anche il nome della specie, dove “khinjar” significa “pugnale” in arabo e “acutus” in latino significa “tagliente”.
Un predatore all'apice
I fossili ci permettono di stimare che questo mosasauro misurasse probabilmente da 7 a 7,6 metri di lunghezza. Nick Longrich, paleontologo dell'Università di Bath nel Regno Unito, che ha condotto lo studio, sottolinea che l'animale era probabilmente uno dei principali predatori del suo ecosistema marino. Quest'ultimo era caratterizzato da un'eccezionale abbondanza di plancton e piccoli pesci con una notevole diversità di predatori marini come i mosasauri.
Si noti inoltre che l'alto Maastrichtiano del Marocco ha prodotto la più diversificata fauna di mosaauridi conosciuta, di tutti i tempi e di tutti i luoghi messi insieme.
Questa scoperta solleva anche interrogativi sulla struttura degli ecosistemi marini alla fine del Cretaceo e suggerisce che lo fossero in forte espansione prima dell’estinzione di massa che sterminò i rettili marini e i dinosauri.
I dettagli dello studio sono pubblicati sulla rivista Ricerca sul Cretaceo.