I geofisici hanno recentemente fatto un’affascinante scoperta su Marte: un vasto oceano sotterraneo potrebbe essere nascosto sotto la superficie del pianeta rosso. Questa scoperta solleva interrogativi sulla potenziale presenza di vita su Marte a causa delle caratteristiche simili tra questo oceano sotterraneo e gli ambienti abitabili sulla Terra.
La missione InSight
La missione InSight (NASA’s Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) è stato lanciato nel 2018. A differenza delle missioni precedenti, che si erano concentrate sulla superficie e sull’atmosfera del pianeta, InSight aveva studiato il funzionamento interno di Marte utilizzando una serie di strumenti sofisticati. Tra questi strumenti c’era un sismometro ultrasensibile, progettato per rilevare e misurare i terremoti marziani e altre attività geofisiche come gli impatti di meteoriti e i movimenti tettonici.
I dati raccolti da InSight hanno permesso ai ricercatori di identificare terremoti fino a uno magnitudo 5che ha poi fornito preziose informazioni sulla struttura interna del pianeta. Utilizzando questi dati sismici, gli scienziati sono stati in grado di mappare elementi come lo spessore della crosta, la profondità e la composizione del nucleo, nonché le temperature all’interno del mantello marziano.
Un enorme serbatoio su Marte
Questo approccio è simile a quello utilizzato per identificare le falde acquifere e i depositi di petrolio sulla Terra. Infatti, analizzando i dati InSight, i ricercatori hanno recentemente identificato prove che suggeriscono la presenza di a oceano gigantesco nascosto sotto la crosta marziana, localizzato tra 11,5 e 20 chilometri sotto la superficie. Questo oceano conterrebbe abbastanza acqua da coprire Marte con uno strato di acqua 1,6 km di profondità. Questo scoperta rivoluzionario suggerisce quindi che l’acqua marziana, che un tempo esisteva in abbondanza sul pianeta, non è completamente scomparsa nello spazio. In parte lo sarebbe stato davvero infiltrato nella crosta per formare questo serbatoio sotterraneo.
Naturalmente le implicazioni sono enormi per la ricerca della vita extraterrestre. Michael Manga, coautore dello studio, sottolinea che ambienti simili sulla Terra, come le miniere profonde e i fondali oceanici, ospitano forme microbiche. Tuttavia, l’accesso a questo oceano rimane una grande sfida tecnica. La perforazione necessaria per raggiungere questa profondità supera di gran lunga le attuali capacità dell’umanità. Ad esempio, il pozzo più profondo mai scavato sulla Terra, il pozzo superprofondo di Kola, raggiunge solo 12,2 chilometri.
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