Scopri il percorso del Critérium du Dauphiné 2024

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Il percorso del Critérium du Dauphiné 2024 presentato giovedì a Lione obbedisce a principi ormai ben radicati. Un aumento di potenza per tutta la settimana, dal 2 al 9 giugno, che lascerà alcune opportunità a velocisti, avventurieri e pugili, una cronometro individuale a metà percorso che traccerà una prima gerarchia tra i favoriti e una spiegazione finale, su tre giorni e in montagna, per scalatori e corridori della classifica generale.

Pogacar assente

Ad attenderli ci saranno tre arrivi in ​​vetta che decideranno le sorti del prossimo Delfinato: al Collet d'Allevard, a Samoëns 1600 e all'altopiano di Glières. Sarà ovviamente anche questa volta una prova generale in vista del Tour de France (29 giugno – 21 luglio).

Mancherà solo Tadej Pogacar, che ci sarà in quel momento riprendendosi dal Giro d'Italia (4-26 maggio). Per quanto riguarda i francesi, David Gaudu, che punterà ancora una volta al Tour general, sarà al via da Saint-Pourçain-sur-Sioule. Se il bretone vincesse una tappa sul Delfinato nel 2022, devançant Wout Van Aert a Chastreix-Sancy non è mai stato in contatto in assoluto (30° nel 2023, 17° nel 2022, 9° nel 2021 negli ultimi tre anni).

1a tappa (domenica 2 giugno): Saint-Pourçain-sur-Sioule – Saint-Pourçain-sur-Sioule (174,8 km)

Il Critérium du Dauphiné 2024 prenderà il via da Saint-Pourçain-sur-Sioule, in Allier, con una tappa che conferma gli stretti rapporti tra gli organizzatori e le vigne e che sarà particolarmente ambita dai velocisti. Quest'ultimo dovrà ancora sopravvivere agli oltre 2.000 m di dislivello positivo della giornata, qualche collina sparsa all'inizio della tappa e due giri del circuito intorno a Saint-Pourçain-sur-Sioule. Possiamo quindi aspettarci che un velocista “completo” alzi le braccia, come Christophe Laporte nel 2023, vincitore della prima tappa e Maglia Gialla.

2a tappa (lunedì 3 giugno): Gannat – Col de la Loge (142 km)

Gli avventurieri e i pugili entreranno in scena durante la seconda tappa, che si dirigerà verso la Loira, dopo un'incursione nel Puy-de-Dôme, e accumulerà più di 2.500 m di dislivello positivo lungo il percorso. Nel finale, la costa di Saint-Georges-en-Couzan (7 km al 5,8%) e il Col de la Croix Ladret (3,1 km al 6,1%) condurranno all'arrivo al Col de la Lodge, nel Forez montagne.

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3a tappa (martedì 4 giugno): Celles-sur-Durolle – Les Estables (181,2 km)

La 3a tappa si rivolgerà ad un “pubblico” simile a quello del giorno prima, ma su un percorso più lungo e ancora più impegnativo (quasi 3.000 m di dislivello positivo), tra Puy-de-Dôme e Haute-Loire. Cinque le difficoltà elencate, la più severa a metà tappa, la costa di Saint-Victor-sur-Arlanc (3,1 km al 9,4%), con un arrivo a Les Estables che non presenta una media spaventosa (3,8 km al 5,2%). Un percorso che avrebbe fatto piacere a Julian Alaphilippe, ma il due volte campione del mondo (2020, 2021) quest'anno salterà il Delfinatosi schiererà per il Giro.

4a tappa (mercoledì 5 giugno): – Saint-Germain-Laval – Neulise (34,4 km, dislivello ind.)

La tradizionale cronometro di mercoledì al Critérium du Dauphiné si svolgerà nella Loira e, come ogni anno, traccerà una prima gerarchia tra i contendenti alla vittoria finale. Permetterà inoltre a Vingegaard, Evenepoel e Roglic di misurarsi prima del Tour de France e della cronometro finale, tra Monaco e Nizza, su una distanza equivalente (34 km), anche se il tempo della Grande Boucle sarà molto più duro. L'anno scorso Vingegaard ottenne il miglior tempo tra i favoriti del Delfinato, ma non vinse la tappa, dominato dal danese degli Emirati Arabi Uniti Mikkel Bjerg.

5a tappa (giovedì 6 giugno): Amplepuis – Saint-Priest (200,2 km)

La tappa più lunga della settimana è promessa ai velocisti, che avranno una seconda ed ultima occasione per mettersi in luce. Ci saranno ancora 2.800 m di dislivello positivo e quattro salite previste dal programma, ma gli ultimi 20 chilometri prima di arrivare a Saint-Priest, nel Rodano, non presenteranno alcuna difficoltà e dovrebbero consentire alle formazioni di velocisti di organizzarsi per fare le valigie.

6a tappa (venerdì 7 giugno): Hauterives – Le Collet d'Allevard (173,2 km)

La partenza della tappa sarà data a Hauterives davanti al Palazzo Ideale di Ferdinand Cheval, il “Facteur Cheval”, capolavoro dell'architettura e dell'arte naif, e sarà anche l'inizio di un trittico decisivo per questa edizione. Tutto si dovrebbe decidere nella salita finale del Collet d'Allevard, classificato fuori categoria (11,1 km all'8,1%). La stazione dell'Isère ha accolto numerosi arrivi dal Delfinato, l'ultimo nel 2011, quando vi vinse Joaquim Rodriguez.

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7a tappa (sabato 8 giugno): Albertville – Samoëns 1600 (145,5 km)

Tappa regina di questa edizione, tra Savoia e Alta Savoia, con 4.300 m di dislivello positivo in programma, attraverso il Cols des Saisies (9,4 km al 6,6%), Col des Aravis (6,9 km al 6,9%), Colombière (11,6 km al 5,8%) e la Côte d'Arâches, un muro impressionante (6,1 km al 7,1%) che il Tour de France aveva conquistato nel 2009 tra Bourg-Saint-Maurice e Le Grand-Bornand, dove vinse Thor Hushovd. L'arrivo sarà senza precedenti a Samoëns 1600, un'altra salita classificata fuori categoria (10 km al 9,3%) che i locali, secondo Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, paragonano a quella della vicina Joux-Plane, ma ancora più difficile. Potrebbe incoronare la vincitrice del Delfinato 2024.

8a tappa (domenica 9 giugno): Thônes – Plateau des Glières (152,5 km)

L'epilogo si svolgerà esclusivamente in Alta Savoia, su tre salite classificate nella prima categoria. L'inizio di quest'ultima tappa sarà esplosivo, con il quasi Col de la Forclaz de Montmin (7,1 km al 7,3%), seguito dal meno formidabile Col des Esserieux (4,2 km al 5,4%), prima di una piccola tregua fino al Salève (12,1 km al 6,8%).

L'esito si giocherà sull'altopiano di Glières (9,4 km al 7,1%), mecca della Resistenza che i corridori ormai conoscono bene avendolo scalato due volte al Tour de France ma per un percorso diverso, nel 2018 (Julian Alaphilippe prima di vincere la tappa del Grand-Bornand) e il 2020 (Richard Carapaz in testa, Michal Kwiatkowski vincitore a La Roche-sur-Foron).

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