Un'altra vittoria di Scottie Scheffler. Dapprima criticato dai suoi inseguitori e dando l'impressione che il suo swing stesse per esplodere (bogey a 4 poi a 7), il numero uno del mondo è riuscito, come durante la sua prima vittoria nel 2022, a piazzare un'accelerazione decisiva con birdie alla buca 7 , 8, poi 9, dopo l'ennesimo colpo di ferro verso la bandierina. Il tutto osservando Collin Morikawa rimanere bloccato nella sabbia (due uscite dai bunker alle 9), Ludvig Aberg annegare alle 11 e Max Homa perdersi tra i cespugli, alle 12.
Tre doppi spauracchi che seppelliscono la concorrenza proprio mentre il texano prende il volo, prima di giocare forte sull'Amen Corner (par 11, 12 poi birdie 13), dove tanti dei suoi predecessori si sono lasciati sfuggire giacche verdi che avrebbero dovuto essere acquisite.
Scheffler ha fatto affidamento ancora una volta sulla solidità del titanio dal tee al green (top 10 del torneo su green e fairway colpiti). Ha anche questa capacità di effettuare il tiro giusto quando ne ha bisogno, come con questo approccio preso dalla buca 1 di sabato, o questo lungo putt per l'eagle a 13, che lo ha riportato nel torneo. Per non parlare del suo ultimo birdie del 4° round, alle 16, per calmare una volta per tutte Aberg. Il tutto senza mai sorridere o alzare davvero lo sguardo dalle pompe fino al termine del lavoro.
Questo successo acquisito con una carta finale di 68, Scheffler lo deve anche al suo putter, che lo ha fatto soffrire tanto per 18 mesi. Un disincanto al punto che le sue statistiche sfiorarono il 200esimo posto nel PGA Tour di gennaio. Sei mesi di lavoro con l'allenatore Phil Kenyon sono iniziati lo scorso settembre, poi questo cambio di attrezzo è sembrato un clic, all'inizio di marzo, con tre vittorie consecutive, a Bay Hill, al Players Championship poi ad Augusta.
Un po' di più nella storia
Grazie a questa vittoria, Scheffler diventa il primo autore della doppietta Players Championship-Masters dopo gli immensi Jack Nicklaus e Tiger Woods. È anche il vincitore più veloce di due giacche verdi dai tempi di Horton Smith (1934, 1936). Diventa anche, a 27 anni, il quarto più giovane vincitore multiplo del Grande Slam, dopo Jack Nicklaus, Severiano Ballesteros e Tiger Woods. L'ultimo è partito da Augusta nella tarda mattinata con un 60esimo posto e un 77 cartellino.
Aberg spingi allora!
Tuttavia, 9° al mondo, Ludvig Aberg non aveva mai giocato in uno Slam, né ad Augusta, dove gli esordienti non vincono mai. La sua capacità di giocare sotto la massima pressione era già stata messa alla prova a Roma lo scorso autunno, durante il fortunato debutto alla Ryder Cup. Ma questo primo tentativo al Masters è altrettanto sorprendente, poiché il 24enne svedese ha accettato la sfida.
Affiancato per tutta la settimana dal suo mentore e connazionale Peter Hanson (3° al Masters nel 2012), lo scandinavo ha continuato a comportarsi come se venisse qui da dieci anni. Scelte strategiche impeccabili, lunghi colpi di ferro al soffitto per scovare gli alberi in agguato, nessun errore grave sui green (niente tre putt in quattro giri). E soprattutto, questo linguaggio del corpo poco credibile e distaccato, tanto contrastante con quello così riservato di Scheffler.
Anche dopo la tragica palla in acqua che gli è costata il torneo, all'11°, Aberg è rimasto impassibile e addirittura sorridente, come se l'importanza del torneo non lo raggiungesse. Come spiega spesso, restare nel momento presente è la sua forza e se lo è anche il golf « la sua unica paura »è già un maestro nel gestire le sue emozioni ai massimi livelli.
Capace di riprendersi come un boss dopo i suoi due punti persi a 11, il debuttante è arrivato secondo da solo nel Masters (-7, tre colpi davanti a Morikawa, Homa e Fleetwood). Quindi Aberg potrebbe aver perso questa domenica un'opportunità di scrivere la storia, non riuscendo a diventare il primo esordiente vincitore del Masters dal 1979. Ma ora possiamo essere certi che questo svedese merita pienamente il suo titolo di crack nell'élite mondiale.
Pavon cancella Levet
Cancellare il marchio di miglior francese dell'Augusta, che risale al 2005, non gli è nemmeno passato per la testa. Resta il fatto che il 12° posto di Matthieu Pavon è in definitiva un simbolo per il golf francese.
Per il suo debutto ad Augusta, il 25esimo al mondo ha avuto una settimana solida, molto vicino al par totale (+1) e ha firmato la sua prima top 15 in uno Slam con i suoi 72 finali. Qualunque cosa accada alla sua classifica mondiale a fine stagione, il giocatore del Bordeaux si qualificherà per il Masters 2025.
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