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Se l'idea che l'umanità viva in una simulazione è piuttosto antica nel mondo della fantascienza, il fisico britannico Melvin Vopson è all'origine di un'opera molto seria in cui spiega di averne la prova.
Una riflessione basata su un principio ben noto
Nella famosa saga Matrice (1999-2021), si parlava già di un futuro distopico un'umanità rinchiusa in Matrixuna simulazione del mondo reale. Tuttavia, questa idea dell’umanità che vive in una simulazione non è nuova e risale addirittura agli anni ’60. Tuttavia, al di là della letteratura di fantascienza e del cinema, alcuni ricercatori considerano l’argomento molto seriamente. È il caso di Melvin Vopson, fisico dell'Università di Portsmouth (Regno Unito).
In un articolo pubblicato da La conversazione nell'ottobre 2023 e soprattutto in un'opera chiamata La realtà ricaricata risalente allo stesso anno, l'uomo afferma infatti che l'umanità vive in una simulazione al computer. Tuttavia, egli va ben oltre basando la sua riflessione sul seconda legge della termodinamica proposto dal fisico francese Sadi Carnot (1776-1832). Questo principio afferma la nozione di irreversibilità e, soprattutto, il concetto di entropia che caratterizza il grado di disorganizzazione di un sistema. Tuttavia, secondo Melvin Vopson, l’entropia può solo aumentare o ristagnare, ma in nessun caso diminuire.
La seconda legge dell'infodinamica
Il fisico britannico era interessato entropia in sistemi come l’Universo. Va detto che un certo numero di scienziati ritiene che la materia osservabile nell'Universo abbia uno specifico contenuto informativo. Ad esempio, gli atomi contengono protoni, elettroni e neutroni e contengono, oltre alle masse combinate di queste particelle, le particelle masse di informazioni necessarie per l'interazione tra queste stesse particelle e con il resto dell'Universo.
Per Melvin Vopson, l'entropia è costante o decrescente fino al valore di equilibrio, insomma una sorta di massimale più basso. Questa teoria però contraddice quella di Sadi Carnot, tanto che il fisico britannico enuncia la seconda legge dell’infodinamica. Il fisico ritiene che questa legge potrebbe svolgere un certo ruolo nella cosmologia, nella fisica atomica così come nello studio dei sistemi biologici. Soprattutto, secondo lui, questa legge potrebbe dimostrare che l’umanità vive in una simulazione computerizzata.
“Se si trattasse di una simulazione, un universo complesso come il nostro richiederebbe l’ottimizzazione e la compressione dei dati integrate, per ridurre la potenza di calcolo e le capacità di archiviazione dei dati richieste. Tuttavia, questo è esattamente ciò che osserviamo intorno a noi, nei dati digitali, nei sistemi biologici, nelle simmetrie matematiche e nell’intero Universo. »ha detto Melvin Vopson nell'articolo di The Conversation.
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