Su Marte, questo antico lago avrebbe potuto essere pieno di microbi

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Il rover Curiosity ha recentemente identificato quantità anomale di ossido di manganese all’interno del cratere Gale. Questa scoperta suggerisce che Marte potrebbe aver ospitato un ambiente adatto alla vita miliardi di anni fa, o addirittura essere stato abitato da microrganismi.

Arenaria ricca di manganese

Nel maggio 2017, Il rover Curiosity della NASA osservato livelli insolitamente elevati di manganese ossidato nelle rocce sul fondo del lago Gale Crater su Marte. Misurate dallo strumento ChemCam, alcune di queste concentrazioni sono state raggiunte fino al 45% in alcune aree.

Sulla Terra, l’ossido di manganese si trova spesso nei fondali dei laghi o nei delta dei fiumi dove le condizioni sono altamente ossidanti. È inoltre associato alla presenza di microrganismi capaci di catalizzare il processo di ossidazione. Tuttavia, su Marte, dove l’ossigeno scarseggia, la presenza di abbondante ossido di manganese solleva un importante mistero scientifico.

L'enigma dell'ossido di manganese

I ricercatori ipotizzano che queste elevate concentrazioni di ossido di manganese potrebbero derivare da complessi processi geochimici avvenuti nelle acque superficiali di Marte. Le rocce arricchite in ossido di manganese sono state infatti rinvenute in un'area situata tra due distinte unità geologiche della Formazione Murray, suggerendo che potrebbero rappresentare resti di un antico delta fluviale o riva di un lago.

Tuttavia, la fonte di ossigeno necessaria per l’ossidazione del manganese rimane un enigma. Gli scienziati lo hanno suggerito acque sotterranee avrebbe potuto svolgere un ruolo cruciale in questo processo. Secondo questa teoria, il manganese sarebbe stato trasportato attraverso la pietra fangosa porosa dalle acque sotterranee, permettendone la concentrazione nelle rocce sedimentarie osservate da Curiosity.

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Tuttavia, i dettagli esatti di questo processo rimangono incerti. Ad esempio, gli scienziati non sanno ancora come avrebbero potuto essere le acque sotterranee sufficientemente ossidante per promuovere l'ossidazione del manganese per lunghi periodi di tempo. Inoltre, il modo in cui era il manganese liberato dalle acque sotterranee anche concentrarsi nelle rocce sedimentarie rimane oggetto di dibattito. Gli esatti meccanismi del trasporto e della concentrazione del manganese richiedono una comprensione approfondita dei processi geochimici e idrologici avvenuti su Marte miliardi di anni fa.

Marte
Una sezione della Formazione Murray esplorata da Curiosity e che potrebbe rappresentare un'antica costa. Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS/USGS

Un ambiente abitabile su Marte

Ricorda che sulla Terra i microrganismi svolgono un ruolo essenziale nei cicli biogeochimico, in particolare catalizzando reazioni di ossidazione e riduzione che coinvolgono vari elementi chimici. Tra questi elementi il ​​manganese è particolarmente interessante perché può esistere in diversi stati di ossidazione, che vanno dal Mn(II) al Mn(IV). I microbi hanno la capacità di promuovere queste trasformazioni chimiche, il che significa che possono ossidare il manganese da uno stato di ossidazione inferiore a uno stato di ossidazione più elevato. Questi microrganismi utilizzano poi questa reazione chimica come fonte di energia per il loro metabolismo, dimostrando così la loro capacità di sfruttare il manganese per la propria sopravvivenza e crescita.

Considerando questa analogia terrestre, la scoperta dell’ossido di manganese su Marte solleva quindi la possibilità che processi simili potrebbero essersi verificati sul pianeta rosso. Se le condizioni fossero state favorevoli miliardi di anni fa, è infatti possibile che i microrganismi marziani avrebbero potuto catalizzare l’ossidazione del manganese, contribuendo così alla formazione di questi composti.

Anche se dobbiamo ancora trovare prove dirette della vita su Marte, il rilevamento dell’ossido di manganese suggerisce che le condizioni ambientali necessarie per la vita microbica potrebbero essere state presenti in qualche momento della storia del pianeta. In questo senso, la presenza di ossido di manganese su Marte potrebbe quindi essere interpretata come un’indicazione indiretta della possibilità di vita microbica passata.

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I dettagli dello studio sono pubblicati in Giornale di ricerca geofisica: Pianeti.



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