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L’apertura non fa la conclusione. Ogni amante trafitto e platonico lo sa bene. Ma ehi, uno sguardo è ancora più incoraggiante di una porta di prigione. Così sabato, sotto l’ombrellone, i Giochi hanno brillato per gli azzurri. Quattro medaglie da titolare è un record che la Francia non ha mai conosciuto negli ultimi quarant’anni, visto che a Los Angeles nel 1984 superò quota 20 per la prima volta dal 1948. I giocatori di rugby hanno dorato il bottino che hanno raccolto anche i judoka Luka Mkheidze (argento), Shirine Boukli (bronzo) e la schermitrice Auriane Mallo-Breton (argento). Fu solo a Sydney, nel 2000, che la squadra francese ebbe più oro gioioso, quando Franck Dumoulin al tiro (Entra qui Dumoulin!) e Félicia Ballanger, in pista, raddoppiarono la felicità che elettrizzò i ragazzi della banda di Dupont e uno Stade de France all’unisono.
Non una garanzia di successo
Altrimenti il dolce come antipasto non rientra propriamente nelle abitudini culinarie casalinghe. A Pechino 2008, Londra 2012 o Rio 2016, i Blues erano a dieta il primo giorno. A Tokyo tre anni fa, solo Luka Mkheidze, già (allora bronzo), aveva portato caramelle al club francese. Ciò dimostra quanto la delegazione abbia apprezzato il pronto rinforzo che lo ha accompagnato questo sabato. Questa razione soddisferà gli stomaci più agitati e dovrebbe rilassare le menti più annodate. Il messaggio è chiaro: Parigi riceve, i suoi atleti sono pronti, vanno a tutto gas e hanno già vinto in un clima maschilista ma corretto, come piace cucinarli qui.
Nell’albo d’oro, la Francia si è subito imboccata la strada dei giganti, 4a dietro ai colossi cinesi (2 ori, 1 bronzo) e americani (5 medaglie, di cui una d’oro), e l’Australia (5 medaglie, di cui 3 d’oro), sempre indossato nella prima settimana dai suoi abili nuotatori già a proprio agio nelle acque di Nanterre (4 medaglie, 2 titoli). E resta il modo migliore per non rimanere senza forze.
Attenzione, questo spray rapido non annuncia infallibilmente la marea. A Pechino, lo zero iniziale non ha impedito che la quindicina di giorni si concludesse con quello che resta il record moderno della Francia ai Giochi: 43 medaglie (approfittando di alcuni successivi downgrade dopati, va ricordato). E la doppietta d’oro di Sydney non ha permesso all’Australia di fare meglio che ad Atlanta nel 1996 nel conteggio finale delle medaglie d’oro (13 contro 15). La garanzia quindi non è certificata oro. È ancora un indicatore incoraggiante: Atlanta e Sydney erano marchi di riferimento ai loro tempi. Parigi aspira solo a diventarlo su scala XXL, ed è sulla buona strada. Torniamo al colpo d’occhio.
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