Essendo il codice colore terribilmente semplice da rispettare, i tifosi olandesi erano ancora ovunque e molto facili da individuare durante i Giochi Paralimpici. C’era l’arancione in tutti gli stadi e soprattutto su quasi tutti i podi. E come in campeggio, quando gli olandesi arrivano in Francia, non fanno il viaggio per niente. Con solo 84 atleti iscritti e 56 medaglie in palio, il tasso di conversione è sbalorditivo, con un successo ancora più sorprendente quando si tratta di raccogliere l’oro.
Con 27 titoli, l’Olanda sale al quarto posto nella classifica, beffando facilmente i padroni di casa francesi (8° con 19 medaglie d’oro) mentre la sua popolazione è quattro volte più piccola (17,5 milioni contro 68,3 milioni della Francia). I Blues possono ribattere che alle Olimpiadi gli olandesi erano in retromarcia, ma non hanno sfiorato nulla, a parte la medaglia d’oro (16 contro 15).
Tre gli sport chiave: ciclismo, atletica e nuoto
In occasione di questi Giochi Paralimpici, i Paesi Bassi hanno potuto contare su tre sport chiave, che insieme rappresentano più della metà del raccolto: ciclismo (16 medaglie di cui 10 d’oro), atletica leggera (12 medaglie di cui 5 d’oro) e nuoto (10 medaglie d’oro). medaglie di cui 5 d’oro). Un trio che non deve nulla al caso, la strategia è quella di puntare su sport ad alto potenziale di medaglie per permettere agli atleti di aumentare le loro possibilità di salire sul podio. E i successi non sono mancati, con i ciclisti Tristan Bangma e Jetze Plat che hanno vinto tre titoli ciascuno, Plat ha vinto l’oro nel triathlon e nel ciclismo.
Nazione piccola per dimensioni ma grandissima per talento sportivo, l’Olanda deve il suo successo anche ai suoi centri di allenamento ultra-specializzati, dove si incontrano sia atleti olimpici che paralimpici, questi ultimi che hanno accesso a ciò che fa del loro meglio, come gli atleti normodotati. Cosa che non è ancora avvenuta in Francia.