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L’inizio dello scetticismo europeo
Undici anni fa, durante una conferenza sullo spazio a Singapore, una tavola rotonda divenne iconica. In effetti, mette in evidenza il percezioni contrastanti tra Europa e SpaceX sul futuro del settore tecnologico lanci spaziali. Questa incontro includevano rappresentanti di varie società di lancio, tra cui Arianespace per l’Europa e SpaceX per gli Stati Uniti. Fu un momento rivelatore che mise in luce lo scetticismo europeo che all’epoca appariva nei confronti delle ambizioni dell’azienda americana più idealistico che realizzabile.
Richard Bowles, responsabile delle vendite nel sud-est asiatico di Arianespace, si è distinto in particolare qualificando con una certa condiscendenza gli obiettivi di SpaceX come “sogni”. Secondo lui, la riutilizzabilità dei razzi proposta da Elon Musk era infatti solo un’illusione. Proporre un razzo per meno di venti milioni di dollari? Impossibile, ha detto.
A quel punto, SpaceX aveva lanciato il suo cavallo di battaglia, il Falcon 9, solo cinque volte. Potremmo quindi comprendere l’atteggiamento cauto mantenuto dai funzionari europei di fronte a queste audaci promesse. In realtà, e il futuro lo dirà, questo atteggiamento condiscendente si è rivelato a profonda incomprensione della visione e della determinazione di SpaceX.
Barry Matsumori, vicepresidente senior di SpaceX presente al panel, ha risposto con calma, sostenendo che l’azienda avrebbe dimostrato le sue capacità sul campo. E SpaceX ha mantenuto la parola data.
SpaceX: i sogni diventano realtà
Il riutilizzo dei primi stadi e delle carenature del razzo Falcon 9 ha rivoluzionato l’industria spaziale. Ogni booster ora può esserlo riutilizzato fino a venti volte o più, che riduce significativamente i costi di lancio e aumenta la frequenza delle missioni. Oggi l’azienda sta effettivamente portando avanti più di cento lanci all’annomentre il prezzo interno per il lancio di un Falcon 9 è molto sotto i venti milioni di dollari, il che rende le previsioni di Bowles completamente sbagliate. Questa capacità di riutilizzo non è quindi più un sogno, ma una realtà che ridefinisce gli standard del settore.
Intanto l’Europa si prepara a lanciare Ariane 6 che avverrà fin dall’inizio più costoso del Falcon 9 e non offrirà alcuna riutilizzabilità. Questo razzo soddisferà sicuramente le esigenze istituzionali dell’Europa, ma non sarà in grado di competere efficacemente con il cavallo di battaglia americano.
L’Europa (ancora) in ritardo
Di fronte a questi progressi, potremmo quindi pensare che i leader europei abbiano imparato la lezione. Tuttavia, purtroppo, le recenti dichiarazioni e azioni dimostrano che non è così. Nonostante il riconoscimento da parte di alcuni, COME Josef Aschbacher, dell’Agenzia spaziale europea, la “crisi acuta” dei lanciatori in Europa e il cambio di paradigma indotto da SpaceX, la resistenza al cambiamento persiste.
Toni Tolker-Nielsen, direttore del trasporto spaziale presso l’Agenzia spaziale europea, di recente dichiarato che non lo fa non credeva che l’astronave di SpaceX sarebbe stata un vero concorrente, o addirittura che avrebbe potuto cambiare le regole del gioco. Questa affermazione riflette lo stesso atteggiamento osservato più di dieci anni fa. In altre parole, i funzionari europei stanno nascondendo la testa sotto la sabbia.
In effetti, dire che Starship non cambierà la situazione lo è ignorare la realtà del mercato attuale. SpaceX ha dimostrato che la riutilizzabilità è fondamentale per ridurre i costi e aumentare la frequenza di lancio. Con la Starship che promette di trasportare carichi utili cinque volte superiori a quelli dell’Ariane 6 per una frazione del costo, l’Europa rischia di ritrovarsi ulteriormente indietro.
In definitiva, la mancanza di innovazione e la riluttanza ad abbracciare la riusabilità mostrano una mancanza di visione che potrebbe ancora una volta costare caro all’Europa nel lungo termine. Ignorare le lezioni di SpaceX e aggrapparsi ai metodi tradizionali non farà altro che rafforzare la dipendenza da attori esterni. I leader europei devono svegliarsi.
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