Una nuova entusiasmante ipotesi potrebbe spiegare il famoso Wow!


Rilevato nel 1977 dal radiotelescopio Big Ear, il Wow! da sempre affascina gli astronomi e gli appassionati di ufologia. Questo misterioso segnale radio, di intensità e durata insolite, alimentò la speculazione sull’esistenza di intelligenze extraterrestri. Un nuovo studio potrebbe aver appena scosso le nostre teorie.

Un segnale enigmatico

Nell’agosto del 1977, mentre il radiotelescopio Big Ear della Ohio State University stava metodicamente scrutando il cielo alla ricerca di segni di possibile intelligenza extraterrestre, si verificò un evento insolito. Proveniente dalla costellazione del Sagittario, è stato captato un segnale radio di sorprendente intensità. Questo segnale, approssimativamente trenta volte più potente durato più del solito rumore cosmico di fondo 72 secondi e si è manifestato a frequenza estremamente precisa: quella dell’idrogenol’elemento più abbondante nell’Universo.

Questa particolare frequenza è spesso considerata una sorta di canale universale di comunicazione, perché poiché l’idrogeno è onnipresente, una civiltà extraterrestre avanzata potrebbe teoricamente utilizzarlo per emettere segnali destinati ad essere intercettati. L’astronomo Jerry Ehman, di fronte alla straordinarietà di questa rilevazione, l’avrebbe poi fatto incisa la parola « Wow! » » sul margine della stampasottolineando così la natura inaspettata e incredibile di questo segnale.

segnale wow
Crediti: Daniel Ingelhart/istock

Spiegazioni naturali?

Per decenni gli scienziati hanno cercato di spiegare l’origine del segnale Wow! Se l’ipotesi extraterrestre è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, ma è stata subito respinta per mancanza di prove. Nessun’altra emissione simile è mai stata rilevata e nessuna civiltà extraterrestre ha rivendicato l’origine del segnale.

Sono state avanzate anche molte teorie naturali per spiegare questo fenomeno, ma nessuna è stata accettata all’unanimità. Tra le ipotesi più gettonate ci sono le interferenze radio terrestri o passaggio di una cometa davanti ad una radiosorgente naturale.

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Una nuova strada: le magnetar

UN nuovo studio potrebbe finalmente gettare nuova luce sul mistero del segnale Wow! I ricercatori hanno recentemente analizzato i dati d’archivio del radiotelescopio di Arecibo e hanno scoperto otto segnali simili al primo segnaleanche se meno intenso. Questi segnali, tutti rilevati vicino alla frequenza dell’idrogeno, suggeriscono che l’origine di questi fenomeni potrebbe essere naturale.

Secondo i ricercatori, questi segnali potrebbero essere causati da brillamenti estremamente intensi di stelle di neutroni molto magnetiche, chiamate magnetizzare. Queste stelle morte incredibilmente dense emettono potenti campi magnetici che possono interagire con il gas interstellare e produrre intense emissioni radio.

Affinché questa ipotesi sia plausibile, dovrebbero essere soddisfatte diverse condizioni: una magnetar situata a notevole distanza dalla Terra, una nube di idrogeno gassoso posta tra la magnetar e la Terra e un orientamento preciso dei fasci di radiazioni emessi dalla magnetar magnetar. Questo scenario è certamente complesso, ma lo è supportato da recenti osservazioni.

I dubbi persistono

Sebbene questa nuova teoria sia attraente, non convince tutti gli scienziati. Alcuni rimangono scettici sulla possibilità che un simile evento possa verificarsi ed essere rilevato. Sottolineano inoltre che le coincidenze necessarie per realizzare uno scenario del genere sono numerose e improbabili.

Altri ricercatori infine ritengono che l’ipotesi extraterrestre non debba essere del tutto esclusa. Secondo loro, è davvero possibile che il Wow! oppure un evento isolato prodotto da una civiltà extraterrestre molto avanzata che da allora non ha più emesso nessun altro segnale.

Il mistero del segnale Wow! quindi rimane intero. Saranno necessarie nuove osservazioni e nuove analisi per determinare con certezza l’origine di questo enigmatico fenomeno. Nel frattempo questa scoperta continua ad affascinare gli astronomi e il grande pubblico, e ci ricorda che l’Universo nasconde ancora molti segreti.

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