Vincitore della 6a tappa, Roglic nuovo leader del Critérium du Dauphiné

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Non bisogna fidarsi delle battute criptiche di Primoz Roglic, di quest'aria di non toccarlo o di non voler mostrare i muscoli. Lo sloveno, trasportati dallo scivolo collettivo del giorno primanonostante abbia affermato di essere ancora colpito dalla caduta al Tour du Pays Basque, di essere presente al Critérium du Dauphiné per recuperare la carica in vista del Tour de France, venerdì ha preso il comando negli ultimi chilometri del Collet d' Allevard, centrando la doppietta: vittoria di tappa e maglia gialla per la classifica generale.

Un bene quello preso da Remco Evenepoel, spentosi al momento dell'attacco del leader della Bora Hansgrohe a 3,4 chilometri dal traguardo, stordito al traguardo per lo scapito concesso (42 secondi più altri dieci bonus sul traguardo), nonostante la sua tentare di uscire nell'ultimo chilometro e limitare i danni.

Cadendo sempre giovedì, il leader della Soudal-Quick Step è sceso di un gradino sul podio, a 19 secondi dal vincitore dell'edizione 2022, nonostante lo avesse battuto durante la cronometro di Neulise: “È stata davvero dura, è stata una giornata dura. Dalla valle, sapevo di non avere le gambe, ho cercato di trovare il mio ritmo. Alla fine ho provato a scroccare un po' per limitare le perdite di tempo. Non sono ancora al meglio. Se guardiamo a cosa avrei potuto fare due settimane fa e oggi (Venerdì), è una giornata positiva anche se ho perso tempo. »

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Roglic, dal canto suo, ha recuperato bene, e dopo aver approfittato del lavoro del compagno di squadra Aleksandr Vlasov, che ha attaccato a cinque chilometri dalla fine, ha battuto Giulio Ciccone, abbastanza facilmente anche se per sua stessa ammissione, “Mi ci è voluto un po', però. Ho ancora problemi alla spalla sinistra, ci sono cose che non posso fare, ma le gambe funzionano. »

Grégoire nel gruppo di testa da molto tempo

Sono andate bene anche quelle di Romain Grégoire: il francese, in una giornata uggiosa per i corridori francesi (David Gaudu ha perso ancora 1'31, Guillaume Martin 1'45, Valentin Madouas 7'15, Bruno Armirail è uscito dalla top 10) , ha trascorso l'intera tappa davanti, insieme a Magnus Cort Nielsen, Thibault Guernalec, Arjen Livyns, Mason Hollyman e Alessandro Fancellu. Ma al centro di questa fuga un piccolo Pierre Richard (direttamente da Guernalec e Hollyman in discesa, poi depistaggio dei cinque fuggitivi a 30 chilometri di distanza e costretti a tornare sui loro passi), il puncher del Groupama-FDJ, vittima di un'emorragia dal naso, ha dovuto inchinarsi al gruppo dei favoriti generali, Vlasov e Laurens De Plus che lo hanno riportato indietro di 4 chilometri.

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