Non potevi perdertelo, era ovunque. Yuki Tsunoda è ovviamente oggetto di culto nel suo paese. Lui, il pupillo della Honda, è un idolo a Suzuka, sede del circuito prove della casa giapponese. A lui è stato dedicato un intero stand, in fondo al rettilineo, con enormi ritratti del minuscolo pilota (1,61 m).
Negli stand del circuito, magliette, berretti e altri ninnoli recanti ideogrammi che portano il suo nome, con o senza Sakura, questi ninnoli che fanno la gioia dei giapponesi – e dei mercanti del tempio – erano più che redditizi.
Sorpasso audace
Il minimo gesto del giapponese veniva esaminato e celebrato. Applaudito dopo aver lasciato il suo posto in griglia, cosa accadrebbe se iniziasse a brillare. I suoi connazionali sono molto meno esuberanti di lui, quindi all'arrivo non sono mancati i drink di sakè.
La sua gara è stata comunque impressionante, anche se il pilota, decimo in qualifica, alla fine ha concluso nella stessa posizione. Il suo sorpasso, fuori dalle Esse, è opera di un maestro come lo è l'esercizio in queste sequenze ultraveloci e pericolose.
Aggiungete a ciò una sosta magnifica che permette a Tsunoda di guadagnare due posizioni e capirete la sua gioia al traguardo, soprattutto perché, per una volta, il giapponese della lontana periferia di Tokyo era molto meno arrabbiato che arrabbiato.
“Quel decimo posto, forse non dovrei dirlo così, ma mi sento come se fossi arrivato primo”
“Quel decimo posto, forse non dovrei dirlo così ma mi sento come se fossi arrivato primo, si è entusiasmato. I pit-stop sono stati velocissimi e sono rientrato in pista davanti ai miei diretti avversari in un momento importante. Quindi complimenti alla squadra ma anche ai tifosi giapponesi. Per tutto il fine settimana, l'energia che ho potuto ricevere grazie a loro, è una sensazione speciale. Siamo stati migliori degli altri nel primo settore quindi ho avuto la fiducia necessaria per provare gli attacchi all'esterno (dal turno 6). Mi ricorda quando Kamui (Kobayashi) stava sorpassando alla curva 11. »
Domenica sera, a differenza di Kobayashi, non c'è stata alcuna dimostrazione di transpallet, come nel 2012. L'ex pilota della Sauber era, è vero, finito sul podio (3°). Tsunoda è la forza dei Racing Bulls, l'uomo da sette punti della squadra. Non ha visto la fine del primo giro il suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, vittima di un contatto con la Williams di Albon.
- Philipsen, Vingegaard, Narvaez… Hanno battuto Tadej Pogacar sul pedale nel 2024 - octobre 13, 2024
- Il Team New Zealand vince la 3a regata contro il Team Ineos Britania e allarga il divario per la seconda giornata dell’America’s Cup - octobre 13, 2024
- Duncan Paia’aua (Tolone) verso la fine della stagione - octobre 13, 2024