Un possibile “effetto gloria” rilevato per la prima volta su un pianeta extrasolare


Segni intriganti di un raro fenomeno atmosferico sono stati rilevati su un pianeta ben oltre il nostro sistema solare, offrendo uno sguardo accattivante su ciò che sta accadendo negli angoli più remoti dell'universo. I dati raccolti dal satellite Cheops dell'ESA, così come da altre missioni dell'ESA e della NASA, suggeriscono infatti l'esistenza di un effetto gloria sul gigante gassoso ultracaldo WASP-76b, situato a 637 anni luce dalla Terra.

Cos'è un effetto gloria?

L'effetto gloria è un fenomeno ottico che si verifica quando una sorgente luminosa, come il Sole, brilla su gocce d'acqua o particelle nell'atmosfera. Questo crea anelli di luce concentrici e colorati attorno all'ombra dell'osservatore simile ad un alone o ad un arcobaleno rovesciato.

Questo fenomeno si verifica quando la luce viene riflessa, rifratta e diffratta attraverso gocce d'acqua o particelle sospese nell'aria. Le goccioline agiscono come prismi che separano la luce nelle sue diverse lunghezze d'onda e creano così i colori dell'arcobaleno.

Sulla Terra, questo effetto gloria viene solitamente osservato da un punto sopra la superficie terrestre, come una montagna, un aereo o un satellite, quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli. È spesso associato a fenomeni meteorologici come nuvole, nebbia o foschia.

Una prima rilevazione oltre il sistema solare?

Al di fuori del nostro pianeta, questo fenomeno era stato finora osservato solo su un’altra stella, Venere, da qui l'interesse di questa possibile scoperta. Gli astronomi annunciano di aver individuato uno di questi effetti sul gigante gassoso WASP-76b. È un pianeta extrasolare situato a distante più di 600 anni luce della Terra e che è noto per le sue temperature estremamente elevate.

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gloria
Composizione in falsi colori di una « gloria » vista su Venere il 24 luglio 2011. Crediti: ESA/MPS/DLR/IDA

I ricercatori sottolineano che il rilevamento di questa gloria extrasolare è stato possibile solo grazie a condizioni molto specifiche. La luce, infatti, deve essere riflessa da particelle atmosferiche quasi perfettamente sferiche ed uniformi, sotto il bagliore diretto di una stella simile al Sole, con l'osservatore situato in una posizione ideale.

La possibile presenza di questa gloria extrasolare amplia quindi la nostra comprensione dei fenomeni atmosferici oltre i limiti del nostro sistema solare. Potrebbe anche avere importanti implicazioni per la ricerca futura sugli esopianeti e sulla possibilità di rilevare segni di vita oltre il nostro sistema solare. Infatti, comprendere i complessi fenomeni atmosferici che si verificano sui pianeti situati a distanze estreme dalla Terra potrebbe aiutarci a identificare le condizioni favorevoli alla vita nell’universo.

Gli scienziati sottolineano, tuttavia, che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare in modo definitivo la presenza di questa gloria extrasolare su WASP-76b. Osservazioni di follow-up con strumenti come NIRSPECa bordo del telescopio spaziale James Webbpotrebbero fornire ulteriori prove e approfondire la nostra comprensione di questo affascinante fenomeno.

I dettagli dello studio sono pubblicati sulla rivista Astronomia e astrofisica.





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